| Il Punto     Archivio Punto  Dalle lotte operaie e studentesche...  ...alla strategia della tensione
              
              
              
              
              
              
                PDF
 La strage di Piazza Fontana arriva con  alle spalle un decennio di lotte operaie e giovanili. Un decennio in  cui la rabbia delle nuove generazioni operaie, costrette a spostarsi  dal sud al nord in cerca di lavoro, sradicate dalle loro terre e  dalle loro famiglie, senza memoria delle sconfitte subite dalla  classe operaia negli anni '50 e proprio per questo disponibili ad una  maggiore radicalizzazione, si salda con la protesta giovanile e  studentesca. Elemento forte della protesta lungo il corso degli anni  '60 è il connubio delle lotte per migliori condizioni di vita e sul  lavoro (lotte per la casa, aumenti salariali uguali per tutti) con la  tendenza alla “contestazione globale”, come venne definita in  quegli anni, che significava una critica aperta, feroce, e  provocatoria al conformismo cattolico ed alla morale borghese  dominante opprimente (famiglia, morale sessuale, comportamenti  interpersonali ). Il contesto mondiale potenziava la presa di  coscienza delle nuove generazioni: le lotte contro il dominio  coloniale si sviluppavano in Africa ed Asia; negli USA la battaglia  antimperialista contro l'intervento nel Vietnam, soprattutto da parte  degli studenti universitari, si intrecciava con la presa di coscienza  dei neri d'America e con le battaglie sui diritti civili negati alle  minoranze etniche; nel Centro e Sud America si sviluppavano moti e  movimenti sociali miranti a scalzare la politica imperialista e di  sudditanza rispetto alle multinazionali USA e alle dittature militari  serve del capitale. In Italia, a fronte di questa effervescenza  “rivoluzionaria”, i nemici non stavano a guardare. Questo  decennio, connotato da episodi di opposizione al sistema educativo,  allo sfruttamento ed al modo di lavorare in fabbrica e alla morale  dominante, è costellato e tallonato da repressioni poliziesche e  giudiziarie, da provocazioni fasciste e interventi continui dei  servizi segreti. L'epilogo tragico si ha il 12 dicembre 1969 quando  lo Stato, dopo aver considerato ogni tentativo di contenimento della  protesta, ricorse allo stragismo: la bomba alla banca Nazionale  dell'Agricoltura in Piazza Fontana a Milano, che provocò 16 morti e  di cui vennero, ingiustamente, accusati gli anarchici. Venerdì 12  dicembre 1969 il giorno della strage di Piazza Fontana. La notte del  15 dicembre l’assassinio di Pino Pinelli. Due date che segnarono in  maniera indelebile la generazione che in quegli anni si affacciava al  mondo piena di speranze, convinta di essere protagonista di quel  cambiamento che in ogni angolo del mondo si respirava. Una  generazione che sentiva di poter camminare verso un mondo migliore  rispetto a quello ereditato dai loro Alternativa Libertaria / FdCA  Livorno – Lucca Dicembre 2019 Dalle lotte operaie e studentesche...  ...alla strategia della tensione genitori. Quel venerdì sera del 12  dicembre, con l’esplosione della bomba posta dentro la Banca  dell’Agricoltura a Milano e i suoi 16 morti, si compie il primo  atto di una stagione delle stragi che insanguinerà almeno un  decennio. E una generazione piena di speranza fu costretta a perdere  l’ingenua convinzione che il mondo si potesse cambiare con una  “rivolta senza armi“ come recitava il ritornello di una canzone  allora in voga, e per molti quel giorno “dio era...  veramente,morto”. Quando si venne a conoscenza il 16 dicembre  dell’assassinio di Giuseppe Pinelli per tanti, anche se allora  giovanissimi, non ci furono dubbi: la matrice non poteva che essere  fascista. Convinzione che non vacillò neppure quando sotto l’accorta  direzione dello Stato si scatenò la più grande operazione di  mistificazione alla quale si accodarono le grandi testate  giornalistiche e la radio televisione che in quegli anni era  saldamente controllata dal potere politico. Perché il 15 dicembre,  pochi minuti dopo la mezzanotte, quando un corpo viene fatto cadere  dalla finestra al quarto piano della questura di Milano, in quella  stanza c’erano i poliziotti della “squadra politica” al comando  del commissario Calabresi e, trattenuto illegalmente, l’anarchico  Giuseppe Pinelli. Pochi minuti dopo mezzanotte il corpo di Pinelli  giace a terra dopo un volo di quattro piani. Quell’assassinio era  per il questore il tassello che mancava alla montatura per incolpare  gli anarchici della strage di Piazza Fontana. Gli anarchici pagarono  un prezzo altissimo, la vita di Pino e la persecuzione di Pietro  Valpreda e di decine di altri compagni e compagne. Lo Stato e i  fascisti da questo guidati non piegarono il movimento, né riuscirono  a criminalizzare gli anarchici. Una serrata campagna di  controinformazione inchiodò ben presto i veri responsabili e al di  là dei procedimenti giudiziari e delle ricostruzioni giornalistiche,  una sola verità è scolpita indelebile: 50 anni dopo, al di là  delle verità giudiziarie, sappiamo come allora che il 12 dicembre fu  strage di stato. Purtroppo non è stata la prima, né l’ultima. Gli  anarchici non dimenticano. Nessuno di noi può. La strage di Piazza  Fontana blocca in parte il movimento spontaneo di radicalizzazione  giovanile ed operaia; ma la saldatura tra movimenti giovanili e la  classe operaia ormai avvenuta, determina, contrariamente che nel  resto dell’Europa, uno sviluppo ed una capacità di resistenza da  parte del movimento attraverso le organizzazioni politiche e  sindacali che in quegli anni nascono o si rafforzano di nuovi  militanti. Per questo motivo in Italia il ‘68 e il ‘69 dura molto  di più Alternativa Libertaria / FdCA Livorno – Lucca Dicembre 2019  che altrove e sedimenta coscienza rivoluzionaria e comportamenti  libertari diffusi per tutto il decennio successivo. Questo episodio  rappresenta, però, anche il primo atto di una controffensiva che  mira a rompere e a contenere la radicalità del movimento operaio e  le spinte anti sistema della contestazione giovanile. Dopo solo 9  giorni dalla bomba, con la mediazione di Donat- Cattin, allora  Ministro del Lavoro, viene firmato il contratto dei metalmeccanici  del settore privato. Un contratto che se giudicato con la lente del  presente è sicuramente un contratto avanzato, contenente molte delle  rivendicazioni dell’autunno caldo, ma che allora fu siglato di gran  fretta per contenere e spengere la spinta che sembrava inesauribile,  proveniente dalle fabbriche. L’anno successivo, nel 1970,  l’approvazione dello Statuto dei Lavoratori, che pure ha  rappresentato un baluardo importante nei decenni successivi per le  tutele dei lavoratori, fissando le conquiste delle lotte radicali del  ‘69 in norme di legge in qualche modo cristallizzò i rapporti di  forza tra lavoro e capitale, definendo un argine a contenimento della  spinta che veniva dalle fabbriche. Le bombe di Piazza Fontana  rappresentano la rottura di ogni limite dando la parola alla violenza  bruta. La respon- sabilità di introdurre nello scontro sociale la  violenza assassina è assunta dallo Stato attraverso i propri servizi  segreti e con l’uso spregiu- dicato della manovalanza fascista. Ciò  avrà un peso nello spingere migliaia di compagni versa la suicida  pratica dell’illegalismo e della lotta armata, che insieme alla  svolta neo liberale delle forze della sinistra parlamentare e del  sindaca- lismo confederale che si manifesta a partire dalla metà  degli anni settanta del secolo scorso, contribuirono a chiudere  quella esaltante stagione di lotta.  
              
              
              
               Una breve CRONOLOGIA di avvenimenti che  precedono la strage e l'assassinio di Giuseppe Pinelli. 28-29-30 giugno 1960. Genova  manifestazioni di protesta per impedire il congresso del Movimento  Sociale Italiano, partito erede del partito nazionale fascista.  Il 28 giugno 1960 venne indetta una  manifestazione di protesta, nel corso della quale Sandro Pertini,  affermando la sua opposizione al congresso, disse:“La polizia sta  cercando i sobillatori di queste manifestazioni, non abbiamo nessuna  difficoltà ad indicarglieli. Sono i fucilati del Turchino, di  Cravasco, della Benedicta, i torturati della Casa dello Studente che  risuona ancora delle urla strazianti delle vittime, delle grida e  delle risate sadiche dei torturatori.” 7 luglio 1962. Torino Piazza Statuto. Sotto la sede  della UIL (maggioritaria allora alla FIAT) responsabile di aver  firmato un accordo capestro con l'azienda torinese gruppi di operai  contestano. Si verificano scontri ed incidenti tra lavoratori e  polizia; la situazione si aggrava verso sera quando i dimostranti  sono affiancati da gruppi di giovanissimi. Nei primi giorni di agosto  la Fiat licenzia 88 operai coinvolti nelle proteste. l’Unità del 9  luglio definirà la rivolta "tentativi teppistici e  provocatori", ed i manifestanti "elementi incontrollati ed  esasperati", "piccoli gruppi di irresponsabili",  "giovani scalmanati", "anarchici, internazionalisti"  . I Quaderni Rossi (Panzieri, Tronti, Negri), dal canto loro,  giudicano gli scontri di piazza una "squallida degenerazione” 9 ottobre 1963. A Roma una manifestazione degli edili,  in lotta per il rinnovo del contratto di lavoro, improvvisamente  degenera in scontri a Piazza Venezia: 168 feriti tra i dimostranti e  le forze dell'ordine. Da una testimonianza fatta nel 1990 da un ex  generale del Sid emergere il ruolo di agenti provocatori della  struttura segreta “Gladio” nell'organizzazione degli incidenti. 16 ottobre 1963. Padre Ernesto Balducci è condannato a  7 mesi per aver scritto un articolo in difesa dell'obiezione di  coscienza. 15 febbraio 1966. Don Lorenzo Milani viene assolto  dall'accusa di apologia di reato:aveva criticato su Rinascita un  ordine del giorno dei cappellani militari contro l'obiezione di  coscienza tacciata come “espressione di viltà”. 16 marzo 1966. Esplode il caso della “Zanzara”,  una rivista degli studenti del liceo Parini di Milano, sulla quale  era pubblicata un'inchiesta sui comportamenti sessuali degli  studenti: i responsabili sono denunciati per pubblicazione oscena. marzo- aprile 1966. Denuncia da parte del Tribunale  internazionale Bertrand Russell delle atrocità americane in Vietnam. 27 Aprile 1966. All'Università di Roma Paolo Rossi,  militante socialista, viene ucciso dai neofascisti che tentano di  invalidare i risultati dell'elezioni dell'Ateneo. Occupazioni delle  facoltà e sciopero di studenti e professori ottengono le dimissioni  del Rettore Papi. 11 ottobre 1966. Il Senato approva il piano Gui. Una  riforma dell'Università che struttura la formazione superiore in tre  distinti livelli, abolisce le facoltà e istituisce i dipartimenti,  istituzionalizza il rapporto tra impresa e ricerca. Inizia la  mobilitazione studentesca.
 11 febbraio 1967. A Pisa studenti di tutta Italia  occupano la Sapienza, dove è prevista la Conferenza Nazionale dei  Rettori; elaborano un documento di Tesi contro la riforma Gui, e  lanciano la proposta di un sindacato nazionale studentesco. La  Polizia sgombra l'Ateneo. E' la prima volta che viene violata la  extraterritorialità universitaria. 12 aprile 1967. Corteo a Roma contro i bombardamenti in  Vietnam. 21 Aprile 1967. Colpo di Stato militare in Grecia. Ha  inizio la “dittatura dei colonnelli”. 25 aprile 1967. Manifestazione nazionale di giovani  comunisti contro la guerra in Vietnam e il colpo di stato in Grecia. 8 luglio 1967. A Spoleto viene arrestato il poeta  americano Allen Ginsberg, uno dei massimi esponenti della “beat  generation”. Invitato a partecipare al Festival dei due mondi,  aveva recitato alcuni suoi versi ritenuti osceni. 8 ottobre 1967. In Bolivia è catturato e ucciso  Ernesto Guevara, il “Che”. 17 novembre 1967. Viene occupata l'Università Cattolica  di Milano e la sede delle facoltà umanistiche di Torino, per  protestare contro l'aumento delle tasse universitarie. Per tutto il mese la facoltà di  Sociologia di Trento sarà bloccata da uno “sciopero attivo”, con  assemblee, dibattiti e contro corsi autogestiti. 10 gennaio 1968. La nuova occupazione a Torino di  Palazzo Campana da il via a un ondata nazionale di lotte  studentesche. 2 febbraio 1968. A Roma vengono occupate molte facoltà.  Le occupazioni studentesche si estendono a Napoli, Messina, Bologna,  Modena, Palermo, Catania. A Pisa viene occupata la Scuola Normale. 1 marzo 1968. A Roma, alla Facoltà di Architettura a  Valle Giulia, gli studenti si scontrano con la Polizia. Per la prima  volta gli studenti rispondono all'attacco della Polizia:centinaia i  feriti, soprattutto fra le forze dell'ordine. Quattro gli arrestati.  In quasi tutte le città italiane, gli studenti ritenuti leader delle  lotte vengono denunciati per interruzione di pubblico servizio e, in  molte Facoltà, esclusi dalle sessioni d'esame. 5 marzo 1968.
 Occupati il Politecnico di Milano, il  Rettorato di Genova, varie facoltà a Bari, Cagliari,Torino, Ancona.  A Milano viene occupato il liceo Parini. Il Preside Mattalia, che si  è rifiutato di chiamare la polizia, viene destituito dal suo  incarico. Scioperi e cortei in molte scuole medie superiori, tra le  quali il Mamiani di Roma. 16 marzo 1968. Un gruppo d fascisti guidati da Giorgio  Almirante e Giulio Caradonna assalta l'Università di Roma e si  barrica nella sede di Giurisprudenza. Pesanti oggetti e mobili  vengono gettati addosso agli studenti sottostanti. Viene ferito  Oreste Scalzone. 22 marzo 1968. Inizio del movimento studentesco in  Francia, all'Università di Nanterre. 25 marzo 1968. Violenti scontro a Milano davanti  all'Università Cattolica. 4 aprile 1968. Assassinio di Martin Luther King.  Sommossa dei neri e “marcia dei poveri” su Washington: si delinea  la “nuova sinistra” americana. 19 aprile 1968. A Valdagno gli operai della Marzotto,  in sciopero contro il piano di ristrutturazione, abbattono la statua  del fondatore dell'impresa tessile, il Conte Gaetano Marzotto. Negli  scontri di piazza vengono arrestati 42 lavoratori. 10-11 maggio 1968. Ha inizio con la “notte delle  barricate” al quartiere Latino di Parigi il “Maggio Francese”. 6 giugno 1968. Su Rinascita Giorgio Amendola attacca  il movimento studentesco dove “emerge un rigurgito di infantilismo  e di vecchie posizioni anarchiche”.Il segretario Luigi Longo aveva  invece avuto un incontro con i dirigenti del movimento romano e aveva  espresso un giudizio positivo. 7 giugno 1968. Gruppi di giovani dimostranti a Milano  innalzano barricate vicino alla sede del Corriere della Sera in via  Solferino. 14 settembre 1968. A Parma i cattolici del dissenso  occupano il Duomo, che sarà sgomberato dalla Polizia su richiesta  del Vescovo.
             3 ottobre 1968. Massacro a Città del Messico.  Repressione dei movimenti di sinistra e della protesta studentesca,  in coincidenza con le Olimpiadi. (200 morti). Rivolte nello Yucatan,  Michoacan, Chihuahua. 15 ottobre 1968. Gli operai della Saint Gobain di Pisa  bloccano per tutto il giorno la via Aurelia. Il movimento studentesco  si mobilita a sostegno della lotta operaia contro i 300 licenziamenti  annunciati. 14 novembre 1968. Sciopero generale CGIL CISL UIL per la  riforma delle pensioni. 2 dicembre 1968. Ad Avola la polizia spara durante lo  sciopero dei braccianti. Giuseppe Scribilia e Antonio Sigona, vengono  uccisi. Sciopero generale in Sicilia e manifestazioni di protesta in  tutta Italia. 6 dicembre 1968. A Firenze grande manifestazione  cattolica in sostegno di Don Mazzi, parroco dell'Isolotto destituito  dal Vescovo. E' il punto culminante di una mobilitazione che ha  coinvolto moltissime comunità cristiane di base. 7 dicembre 1968. Gli studenti contestano la prima della  Scala di Milano tirando ortaggi e uova contro l'elegante pubblico  milanese. 12 dicembre 1968. La FIOM CGIL vince le elezioni per il  rinnovo delle commissioni interne alla FIAT, e arriva al 30% dei  consensi. Sconfitta la UIL. 31 dicembre 1968. Davanti alla Bussola di Viareggio, il  movimento studentesco, organizza una protesta contro i lussi del  capodanno. La polizia carica e spara. Lo studente sedicenne Soriano  Ceccanti di Pisa viene ferito alla schiena e costretto in seguito  alla sedia a rotelle. 12 Aprile 1969. A Battipaglia durante uno sciopero di  braccianti la polizia spara sui dimostranti. 25 aprile 1969. La reazione padronale inizia a farsi  sentire. Esplodono 2 bombe a Milano alla Stazione e alla Fiera  Campionaria.Vengono accusati giovani anarchici. 12 dicembre 1969. Alla Banca Nazionale dell'Agricoltura  di Milano, in Piazza Fontana, scoppia una bomba. E' strage.14 morti.  Scoppiano contemporaneamente altre 2 bombe a Roma. Vengono  immediatamente incolpati gli anarchici. 15 -16 dicembre 1969. Il ferroviere anarchico Giuseppe  Pinelli viene “suicidato” dal quarto piano della questura durante  un interrogatorio. 21 dicembre 1969. Le bombe (la strategia della tensione)  sortiscono l'effetto. Viene firmato il contratto dei metalmeccanici,  categoria all'avanguardia nelle lotte sindacali e sociali. Per la  strage di Piazza Fontana è accusato l'anarchico Pietro Valpreda.
 
 
              
              
               
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
      
 
  
 
    
 
   |