| Per un coordinamento dei  compagni comunisti anarchici e libertari nella CGIL             Vogliamo  approfondire la riflessione sul ruolo che stiamo svolgendo quali militanti  della lotta di classe in questa fase avanzata della ristrutturazione  capitalistica, che si realizza nell'ambito della competizione internazionale  tra potenze vecchie e nuove, acuita dalla crisi, dagli incrementi dei flussi  migratori di forza lavoro e dalla drammatica evoluzione dei conflitti nelle  regioni del nord Africa.In tutto il mondo industrializzato  vengono attaccate storiche conquiste dei lavoratori, e ciò si verifica anche in  Italia dove la CGIL mantiene pressoché intatta la propria forza organizzativa,  sia pure tra vistosissime contraddizioni.
 Una prima  riflessione ci porta a sottolineare come il ruolo dei gruppi dirigenti  sindacali confederali e dei loro interlocutori politici della sinistra  parlamentare, così come è andato configurandosi almeno dalla svolta dell'EUR  del gennaio del 1978, abbia contribuito a veicolare un’idea del lavoro  assolutamente subalterna al capitalismo, in cui ha finito per prevalere la  centralità dell’impresa, del mercato e della competizione internazionale dei  mercati, a scapito della solidarietà di classe e dell’internazionalismo dei  diritti.
 In secondo  luogo il prosieguo della ristrutturazione capitalistica ha progressivamente  trasformato la subalternità al capitale in svolta neocorporativa (CISL e UIL),  spostando la CGIL su posizioni più avanzate in virtù della sua storia, del  ruolo sindacale di alcune sue categorie prima tra tutte la FIOM, e del ruolo  della sua articolata opposizione interna.
 Ma crediamo  anche che l’analisi non possa fermarsi a questa   semplice constatazione, qusto perché:
 “...il sindacato, espressione  organizzativa della lotta di classe, assume la doppia veste di difensore degli  elementari bisogni del proletariato e quella di elemento di costante  razionalizzazione del capitale. Questa doppia funzione del sindacato si  dispiega in un senso o nell'altro a seconda del prevalere di una fase offensiva  nella lotta di classe o di una fase difensiva” (in  “I comunisti anarchici e l'organizzazione di massa” UCAT – CP editrice –  Firenze 1984 pag . 3).
 Riteniamo  che questa nostra tesi risulti confermata anche rispetto alle tendenze più  avanzate della ristrutturazione capitalistica (vicenda FIAT – Crhisler e a  livello nazionale vicenda FIAT Pomigliano - Torino).
 In tale contesto la  ricomposizione di un’area di opposizione nella CGIL è quindi un obiettivo ancora  più urgente, visto il consolidarsi, al suo interno, di un forte polo moderato  che fa riferimento al Partito Democratico che opera per creare un’insanabile  frattura all’interno della CGIL, per battere definitivamente le sue componenti  di opposizione e isolare la combattività di alcune sue categorie (FIOM) al fine  di agevolare la svolta corporativa già intrapresa da CISL e UIL.
 Siamo  consapevoli delle difficoltà in cui si inserisce l’azione quotidiana della  CGIL, ma siamo altrettanto consapevoli che la sua forza potrà essere ancora uno  strumento utile per difendere i lavoratori solo se la ricerca di interlocutori  non significhi aderire a nuovi e sciagurati progetti concertativi di “salvezza e responsabilità nazionale”.
 Il nostro contributo in  questa fase dovrà quindi guardare più ai contenuti delle scelte sindacali da  compiere che al riposizionamento organizzativo dei gruppi dirigenti,  consapevoli che l’organizzazione sindacale, accerchiata dalla crisi, potrebbe  diventare terreno di scontro delle componenti politiche e che l’opposizione di  classe, per svolgere un ruolo positivo, deve   partire con intransigenza dalla difesa  degli interessi dei lavoratori.
 Coordinandosi,  i compagni comunisti anarchici e i libertari attivi nella CGIL non aspirano a  realizzare una nuova area programmatica né a creare una componente politica né,  tanto meno, all'ottenimento di posizioni e di quote interne, ma a  rafforzare la loro azione per la ricomposizione di una opposizione di classe  interna alla CGIL perché di questo oggi c’è bisogno per difendere gli interessi  dei lavoratori e delle classi subalterne.
 I compagni comunisti anarchici e libertari
 nella CGIL
              
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